POESIE AEROSTATICHE


Ecco del mondo è meraviglie e gioco
farmi grande in punto e lieve io sento
e col fumo nel grembo e al piede il foco
salgo per l'aria e mi confido al vento.

Marzo 1784 - Giuseppe PARINI

Regala ai bambini
frammenti di sogno
il cielo agli adulti
il mitico Peppe.
In frotta festanti
attorno al pallone
che sale nel cielo
lo sguardo tendiamo
e sfuma lontano
l'antica tensione
volare... sognare.

Aprile 1994 - Luigi PUCA

 Lu pallò de "Spacchitt"

Ugne feste de lu Sande Patrò
Peppine facjave vulà 'nu pallò.
Ere fatte de carte veline
a strisce rosce, bianghe e verdine.
Mesurave, taijave, passave la colle a li burdure, retuccave ugne giundure.
L'arie nen tenave da 'ndrà
pecchè lu pallò se putave abbruscià.
La partenze ere 'na vere emozzione
ce vulave lu silenzie e l'attenzzione.
Parave lu capitane che sarpa lu mare
'uardave su 'nciele, dave 'n'ucchiate là a
lu "Busciò"
eppuò appecciave lu fuoche dendre a 'llu pallò.
Piane appiane l'azzave
che 'na curdecelle sembre cchiù fuorte lu stregnave
e quille cchiù gruosse revendave,
s'abbuttave de cchiù
e se purtave li vracce de Peppine penenzù.
Isse che tre passe l'accumbagnave
eppuò, 'ndande che lu lascjave:
"Và, bielle miè!" J decjave.
Come a 'na criatura che 'mbare a cammenà.
'Llu mumende ce parave a tutte de vulà.

Marzo 2000 - Lalla DE DOMINICIS

 Traduzione

La mongolfiera di "Spacchitt" (Giuseppe Forlini)

Ogni festa del Santo Patrono
Peppino faceva volare un pallone.
Era costruito con la carta velina
a fusi rossi, bianchi e verdi.
Misurava, tagliava, passava la colla sui bordi,
ritoccava minuziosamente ogni giuntura.
L'aria non doveva assolutamente penetrare
perché il pallone poteva subito bruciare.
La partenza era molto emozionante:
c'era bisogno di silenzio e attenzione.
Sembrava il capitano della nave che salpa:
alzava lo sguardo verso il cielo, dava un'occhiata "a lu Busciò"
(a Ovest, nella vallata tra la montagna dei Fiori e monte Feltrone)
quindi accendeva il fuoco dentro quel "marchingegno" (il pallone).
Piano piano lo alzava,
con una cordicella lo teneva sempre più stretto
e quello diventava più imponente,
si gonfiava sempre di più
e sollevava le braccia di Peppino più su.
Egli con tre passi l'accompagnava
e mentre lo lasiava libero:
"Và, bello mio" gli diceva.
Come ad un bambino che impara i primi passi.
In quel momento ci sembrava tutti di volare.

 "Balão"!!!
Ele sobe, sobe solto…
Não tem dono.
Mas è feito de imaginação!
Nòs lhe demos formas.
Tantas formas…
Mas seu nome è so um.
Lhe chamamos carinhosamente,
"Balão"!!!
Bolamos cores, ornamentos,
Ele sobe cheio de sentimentos!
Suas lanternas coloridas…
Poe nòs seus amantes, tão queridas,
Dizem muito aqui dentro, dentro do peito
Vêlo subir è um momento ùnico,
Que deliciamos com muito respeito.
Suas chamas, falam de amor!
De um amor que quase doi…
Seu jeitão de dono do céu,
Transmite orgulho a quem constroi
De noite ou de dia,
Não escolhemos o momento,
Não tem Hora,è suspense,
Para soltar o monumento.
Là vai ele…
Tão cheio de si… tão adorado…
Ele sobe, sabendo que là embaixo,
Todos o admiram, maravilhados
Là vai ele… tão querido!
Seguido de admiração!
Ha! Se suas chamas queimarem…
Queimarão junto um todo de meu coração
Ele subiu, subiu tão alto,
E' so um pontinho neste céu sem fim.
Ele agora è uma lembrança,
Que està dentro de mim.
"Balao"!!!

Traduzione (di Enrico Maddalena)

Pallone
Egli sale, sale libero…
Non ha padrone.
Ma è fatto di immaginazione!
Noi gli diamo forma.
Tante forme…
Ma il suo nome è uno solo.
Lo chiamiamo graziosamente,
"Balão"!!!
Lanciamo colori, ornamenti,
Egli sale carico di sentimenti!
Le sue lanternine colorate…
Per noi suoi amanti, così amate,
Dicono molto qui dentro, dentro al petto.
Vederlo salire è un momento unico,
Che ci delizia con molto rispetto.
Le sue fiamme, parlano d'amore!
Di un amore che quasi duole…
Il suo aspetto di dono del cielo,
Trasmette orgoglio a chi lo costruì.
Di notte o di giorno,
Non scegliamo il momento,
Non ha ora, è suspence,
Per liberare il monumento.
Là va egli, così pieno di sé… così adorato…
Egli sale, sapendo che là in basso,
Tutti lo ammirano, meravigliati.
Là va egli… così amato!
Seguito da ammirazione!
Ah! Se le sue fiamme bruciassero…
Brucerei unito con tutto il mio cuore.
Egli sale, sale così in alto,
È solo un puntino in questo cielo senza fine,
Egli ora è un ricordo,
Che sta dentro di me.

Questa poesia era in un volantino distribuito dalla Turma della Bruxa in occasione di un lancio aerostatico.

Oração do baloeiro
Creio em Deus todo poderoso
Creio no sol, na chuva e no vento.
E na policia que mantem a ordem.
Creio no papel 2a via, rotativo, estrangeiro ou nacional.
Creio na cola, no barbante encerado ou parafinado.
Creio na flecha, no vergalhão, no saco e no algodão.
Creio na guia, na lanternagem e no cebo.
Creio no gas, no maçarico e turma que ajuda.
Creio até no que vem do além.
Mas livrai-me da chuva, do vento e da polìcia, também.
Traduzione (di Enrico Maddalena)
Preghiera del baloeiro

Credo in Dio onnipotente
Credo nel sole, nella pioggia e nel vento.
E nella polizia che mantiene l'ordine.
Credo nella carta duplicata, rotativa, straniera o nazionale.
Credo nella colla, nello spago incerato o paraffinato.
Credo nell'asta, nel tondino di ferro, nel sacco e nel cotone.
Credo nella briglia, nella lanternina e nel cibo.
Credo nel gas, nel cannello e nella turma che aiuta.
Credo anche in ciò che verrà.
Ma liberami dalla pioggia, dal vento e anche dalla polizia.
IL PALLONE
S'aggonfia convinto
dall'aria rovente
il pallone sospinto
con petto potente.
E vortica e gira
che par di portento
e forma una spira
e solletica il vento.
In occhi fanciulli
giocosi e innocenti
si scorgono i brilli
dei colori lucenti.
Le feste terrene
van fino in cielo
al par di sirene
il canto leggero.
Petali e ardore
salgono al cielo
quando del fiore
si spezza lo stelo.
E musiche e danze
e gioie e speranze
accompagnano in alto
il cromatico manto.

Adamo Catena - Civitella del Tronto - Luglio 1998 -
Anima di Aerostiere
Ogni uomo ha dentro di sé un artista e un bambino, nascosti ed addormentati, legati, presi dalle preoccupazioni del mondo tetro e freddo che tesse maglie alla sua rete. L'anima, l'io e la bellezza interiore, così come la necessità di avere amici con cui condividere ciò che c'è di buono dentro di noi, è ogni volta più oppressa per il bisogno imperioso che si impone rude, impenetrabile e obbediente al protocollo dei modelli sociali, per non soccombere.
Essere aerostiere, è ricevere la grazia di liberare il bambino e l'artista che c'è dentro ciascuno di noi, estraendo ciò che si ha di più puro, potendo lanciarsi nello spazio, unito al pallone come alla propria ombra, come un grido di libertà che si gonfia ed esplode spontaneo, collettivo ed unanime in una comunità che si abbraccia e dimostra vera amicizia, indipendente da razza, da credo o classe sociale, nella ricerca di una sola comunione, della fratellanza, nella necessità del calore umano dell' amicizia vera e disinteressata.
Di incontrarsi nella purezza priva di ogni compromesso, che esiste in tutti i bambini, sopra i cieli, fatta di carta, colla, spago, fil di ferro e amore unendo i molti pezzi che escono da ciascuno di noi.
Avere un'anima da aerostiere è non lasciar morire il bambino che abbiamo dentro di noi, è cercare di trasmettere ai nostri figli i veri valori delle relazioni umane e che esiste ancora un mezzo per essere felici e far volare anche l'immaginazione in piena lucidità, senza uso di droghe, generando uomini che siano valorizzati per sé solo, per la loro interiorità, per la ricchezza di contenuti e valori che la sua anima può trasmettere, sia egli un ricco o un povero, uno sconosciuto o un uomo illustre, ma che sia infine un uomo capace di trasmettere amicizia, di sentirsi libero e pulito interiormente, irradiando amore e fratellanza.

Emiliano Martinelli - San Paolo - Brasile - Dicembre 1998
 

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